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Linfoma follicolare: beneficio di Obinutuzumab nel ridurre il tasso di progressione precoce


E' stata valutata la progressione precoce della malattia e il suo impatto sulla sopravvivenza globale ( OS ) nei pazienti affetti da linfoma follicolare precedentemente non-trattati nello studio GALLIUM, ed è stato esaminato l'effetto sulla progressione precoce della malattia di due bracci di randomizzazione: immunochemioterapia a base di Obinutuzumab [ Gazyvaro ] versus immunochemioterapia a base di Rituximab [ MabThera ].

La mortalità in entrambi i gruppi è stata analizzata a 6, 12 e 18 mesi dopo la randomizzazione ( follow-up mediano, 41 mesi ).

Meno eventi di progressione precoce si sono verificati nel gruppo Obinutuzumab ( 57 su 601 pazienti ) rispetto a gruppo Rituximab ( 98 su 601 ), con una riduzione media del rischio del 46.0% ( IC al 95%: 25.0-61.1%; tasso cumulativo di incidenza 10.1% vs 17.4% ).

A un follow-up mediano post-progressione di 22.6 mesi, il rischio di mortalità è aumentato notevolmente dopo un evento di progressione [ hazard ratio dello stato di progressione variabile nel tempo, HR=25.5 ( IC al 95%: 16.2-40.3 ) ].

Il rischio di mortalità è risultato più elevato nei pazienti che progredivano precocemente nei primi 24 mesi.

Il rapporto di rischio aggiustato per l'età per la sopravvivenza globale dopo 24 mesi nei pazienti sopravvissuti con progressione della malattia rispetto a quelli senza è stato pari a 12.2 ( IC 95%: 5.6-26.5 ).

La sopravvivenza post-progressione era simile tra i bracci di trattamento.

In conclusione, Obinutuzumab più chemioterapia è risultata associata a una marcata riduzione del tasso di eventi di progressione precoce della malattia rispetto a Rituximab più chemioterapia.
E' stata evidenziata una correlazione tra progressione precoce della malattia nei pazienti con linfoma follicolare e prognosi sfavorevole, con un rischio di mortalità più elevato dopo una precoce progressione.
La progressione post-sopravvivenza non è apparsa essere influenzata dal braccio di trattamento. ( Xagena2019 )

Seymour JF et al, Haematologica 2019; 104: 1202-1208

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